Psicologa/o dello Sport: chi è e a cosa serve?
- francesca tibaldi
- 6 giu
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 8 giu

Lo psicologo dello sport: una figura ancora poco compresa
In ambito sportivo, la figura dello psicologo è spesso vittima di fraintendimenti. Ancora oggi è diffusa la convinzione che lo psicologo sia una figura da contattare solo “quando c’è un problema”, e che il suo intervento sia riservato esclusivamente a chi ha un disagio psicologico. Questo equivoco, oltre a ridurre il significato della professione, alimenta lo stigma e ostacola l’accesso a un supporto che, al contrario, può essere determinante per la crescita personale e la performance.
La psicologia dello sport si occupa di potenziare le risorse cognitive, emotive e relazionali dell’atleta, del tecnico o della squadra. Lavoriamo con persone sane, impegnate a migliorare sé stesse in contesti altamente performanti. Il nostro contributo è orientato alla prevenzione, allo sviluppo del benessere e all’ottimizzazione del rendimento.Lo psicologo dello sport, a differenza di altre figure, possiede una formazione universitaria specifica (laurea magistrale in psicologia, abilitazione e iscrizione all’albo professionale) e una specializzazione post-lauream in ambito sportivo. Il suo lavoro è regolato dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani e dalle normative nazionali vigenti.
📣 Un messaggio per allenatori e genitori
Quando un atleta “quasi vince”, il modo in cui gli adulti significativi reagiscono può fare la differenza. Alcuni suggerimenti:
Evitate frasi giudicanti come “l’hai buttata via” o “sei troppo debole”.
Accompagnate l’atleta nella rilettura della gara, non solo dell’epilogo.
Celebrate comunque il percorso fatto: la prestazione va oltre il risultato.
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