Il post esplora come le Olimpiadi di Parigi abbiano messo in luce l'importanza della "body functionality", cioè l'attenzione alla funzionalità del corpo piuttosto che solo alla prestazione e all'estetica. Gli atleti hanno enfatizzato un approccio olistico che include la prevenzione degli infortuni, la salute mentale e il rispetto dei limiti fisici. Esempi come Simone Biles e Karsten Warholm mostrano che il vero successo sportivo non riguarda solo le medaglie, ma anche il mantenimento di un equilibrio tra corpo e mente per garantire un benessere sostenibile.
L'ultima edizione delle Olimpiadi di Parigi ha rappresentato un momento cruciale nella storia dello sport, non solo per i record e le medaglie assegnate, ma anche per un messaggio profondo e significativo che ha permeato l'intero evento: l'importanza della "body functionality", ovvero l'attenzione alla funzionalità del corpo oltre l'estetica e la prestazione pura.
In un'epoca in cui la performance fisica e l'apparenza esteriore sono spesso esaltate a scapito del benessere complessivo, le Olimpiadi di Parigi hanno segnato una svolta. Gli atleti non sono stati celebrati solo per i loro trionfi, ma anche per la loro capacità di ascoltare, rispettare e valorizzare il proprio corpo. Questo nuovo approccio si è manifestato in vari modi, dal rispetto dei limiti fisici alla prevenzione degli infortuni, fino alla promozione di un equilibrio tra corpo e mente.
L'attenzione alla body functionality si è vista chiaramente in diverse discipline, dove gli atleti hanno posto l'accento sulla preparazione olistica, piuttosto che sulla mera ricerca della prestazione a tutti i costi. Questo approccio non solo ha permesso loro di competere ai massimi livelli, ma ha anche promosso un messaggio di sostenibilità e rispetto del corpo, che risuona fortemente in una società sempre più consapevole dei rischi legati allo stress fisico e mentale.
Un esempio emblematico è stato il percorso di recupero di alcuni atleti dopo gravi infortuni. In passato, il ritorno alla competizione era visto come una corsa contro il tempo, spesso accompagnata da sacrifici che mettevano a rischio la salute a lungo termine. A Parigi, invece, abbiamo visto atleti che hanno scelto di rallentare, di ascoltare il proprio corpo e di dare priorità alla funzionalità rispetto al risultato immediato. Questi atleti hanno dimostrato che la vera forza non risiede solo nei muscoli, ma nella capacità di comprendere e rispettare i propri limiti.
Ma non sono stati solo gli atleti a incarnare questo nuovo paradigma. Anche il pubblico ha giocato un ruolo fondamentale, accogliendo con entusiasmo e ammirazione coloro che hanno scelto di dare la priorità alla loro salute. Questo cambiamento di mentalità è un segno dei tempi, un riflesso di una crescente consapevolezza collettiva che mette al centro il benessere integrale della persona.
Le Olimpiadi di Parigi hanno quindi offerto una piattaforma globale per ridefinire il concetto di successo nello sport. La body functionality, con la sua enfasi sulla salute e la sostenibilità, ha dimostrato che la vera vittoria non si misura solo in medaglie, ma anche nella capacità di mantenere un equilibrio tra corpo e mente, rispettando la propria natura.
In un mondo in cui le pressioni per essere sempre più veloci, più forti, più perfetti possono essere schiaccianti, l'attenzione alla body functionality rappresenta una boccata d'aria fresca. Questo approccio ci ricorda che il corpo umano è una macchina straordinaria, ma anche delicata, e che il vero traguardo è raggiungere il massimo delle proprie capacità senza compromettere il proprio benessere.
Le Olimpiadi di Parigi ci hanno insegnato che, al di là delle apparenze e delle aspettative, il valore più grande risiede nella capacità di ascoltare se stessi e di prendersi cura del proprio corpo in modo responsabile e consapevole. Un messaggio potente, che speriamo possa influenzare non solo il mondo dello sport, ma anche la vita quotidiana di ognuno di noi.
Simone Biles (USA, Ginnastica artistica): La Biles ha preso una decisione storica alle Olimpiadi di Tokyo 2021 ritirandosi da alcune gare per proteggere la sua salute mentale e fisica. Questa scelta ha avuto un impatto significativo sul modo in cui gli atleti gestiscono la pressione e le aspettative. La sua decisione ha sottolineato l'importanza di ascoltare il proprio corpo e di dare priorità al benessere personale.
"Devo fare ciò che è giusto per me e concentrarmi sul mio benessere mentale."
Kanoa Igarashi (Giappone, Surf): Alle Olimpiadi di Parigi 2024, Igarashi ha parlato dell'importanza di un allenamento equilibrato, che non si concentra solo sulla prestazione fisica, ma anche sul mantenimento di una buona salute mentale e sulla prevenzione degli infortuni.
"Il surf è uno sport che richiede equilibrio non solo sulla tavola, ma anche nella vita. Ho imparato a rispettare il mio corpo e a lavorare con esso, non contro di esso."
Karsten Warholm (Norvegia, Atletica leggera, 400 metri ostacoli): Dopo aver battuto il record mondiale nel 2021, Warholm ha continuato a sottolineare l'importanza di un approccio olistico alla preparazione atletica. Ha parlato apertamente di come l'ascolto del corpo sia cruciale per mantenere un alto livello di prestazioni senza incorrere in infortuni.
"Il mio corpo è il mio strumento di lavoro. Devo trattarlo con rispetto e assicurarmi che funzioni al meglio delle sue capacità."
Questi atleti, con le loro esperienze e dichiarazioni, hanno contribuito a cambiare la narrazione attorno allo sport, mettendo in luce quanto sia cruciale la body functionality per una carriera sostenibile e per la salute generale degli atleti.
Molto ancora può e deve essere fatto per assicurare l'attenzione al benessere mentale degli atleti, le psicologhe e gli psicologi dello sport sono i professionisti adeguati al sostegno degli atleti per tutto ciò che riguarda il mental training e la prevenzione degli infortuni.
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